Il MIPPE (Movimento Italiano di Psicologia Perinatale) parla in questi termini della psicologia perinatale:
"... è quella parte della psicologia che si occupa del periodo compreso fra il preconcepimento e il quarto anno di vita del bambino. In questo arco di tempo lo psicologo perinatale si occupa dei fenomeni e del processi evolutivi dei neonati e dei bambini e del sistema di relazioni intorno a loro, lungo un continuum che va dalla fisiologia alla patologia.
Nella fisiologia rientrano tutti quei fenomeni che sono presenti nei processi di sviluppo fisici e mentali di ogni individua fin dal concepimento; ad esempio:
Lo psicologo perinatale si occupa anche di tutto ciò che accade quando qualcosa interferisce con la fisiologia, determinando situazioni di sofferenza che vanno dal semplice disagio o criticità fino alle condizioni di patologia più importanti; ad esempio:
E per me? Che cos'è per me la psicologia perinatale?
Ecco il contributo che ho scritto per la campagna del 2016 del MIPPE "La psicologia perinatale è di tutti":
"Psicologia Perinatale è una definizione che, fino al 2014, mi era sconosciuta: io, psicologa, dottore di ricerca in psicologia, docente e collaboratore di ricerca universitario, mi inserivo dentro la più ampia categoria della psicologia dello sviluppo, definendomi infatti psicologa dell’età evolutiva.
Nel 2014, poi, la svolta: ho conosciuto e iniziato a collaborare con una psicologa (una delle socie fondatrici del MIPPE) che si occupa proprio di psicologia perinatale e ho familiarizzato per la prima volta con la sua definizione: la psicologia perinatale, insomma, era qualcosa di più articolato e complesso della psicologia dello sviluppo.
In questa definizione, allora, ho iniziato a trovarmici meglio, anche in considerazione delle mie esperienze di mamma: dove trovano posto una donna e una coppia che hanno avuto degli aborti? Chi si prende cura dei coniugi che stanno vivendo un periodo buio nel post-parto? Chi sostiene le mamme nel primo entusiasmante, arricchente, ma anche faticoso e destabilizzante primo anno di vita del bambino?
A questo punto, la mia vita professionale ha potuto prendere una svolta più definita: ho trovato un luogo (fisico, certo, uno studio, ma anche uno spazio mentale e di pensiero) entro cui lavorare e camminare con le mamme che hanno perso un bambino. Una grande soddisfazione accademica, poi, è arrivata quando ho proposto ai miei studenti di Metodi e Tecniche di Osservazione del Comportamento Infantile un’intera lezione sulla nascita e sul sonno dei bambini: è stato entusiasmante vedere il loro trasporto nel discutere di parto, di triade genitoriale, di primo sguardo, di precursori dell’attaccamento, di sostegno psicologico nella fisiologia e non solo nella patologia. Anche la mia esperienza personale ha trovato una sua soddisfazione, poiché ho scoperto una vastissima bibliografia, non accademica purtroppo, ma altrettanto scientifica e arricchente che ha colmato moltissime lacune che avevo proprio sul periodo perinatale e mi ha resa una mamma più informata e consapevole delle scelte e del percorso con mio figlio".